Procura di Rovigo in sofferenza, Zaia: il Parlamento riformi la giustizia
Mercoledi 21 Agosto 2013 alle 15:45 | 0 commenti

Regione Veneto  - "La disorganizzazione e la lentezza degli apparati burocratici italiani è una delle principali cause del malcontento e dell'insofferenza dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione, ma è anche uno dei motivi per i quali le imprese straniere si guardano bene dall'investire nei nostri territori.
Nella sconsolante graduatoria delle disfunzioni, uno dei settori che da sempre occupa tristemente i primi posti è quello della giustizia e questo non certo per responsabilità dei magistrati, ma per la cronica incapacità del Parlamento di attuare quella riforma che tutti invocano ma che non ha mai visto la luce". Lo afferma il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commentando la grave situazione in cui versa la Procura di Rovigo, costretta a chiedere "in prestito" dei rinforzi da Padova e Venezia, in quanto dispone di soli due Pubblici Ministeri dei sei che dovrebbero essere in servizio.
"La vicenda di Rovigo - prosegue Zaia - è solo la punta di quell'enorme iceberg che si chiama crisi della giustizia italiana, una crisi che pervade l'intero sistema e in taluni casi impedisce ai cittadini di accedere compiutamente a servizi basilari per una società che vuole definirsi moderna. Commette un errore chi attribuisce le colpe di questo drammatico stato di cose principalmente a giudici, magistrati e a quanti operano negli organi giudiziari. La verità è che sono loro stessi vittime di quell'inefficienza legislativa che caratterizza il lavoro delle Camere e delle scelte assurde calate da Roma sui territori, come nel caso, per restare nel Veneto, della decisione di chiudere il tribunale di Bassano".
"Con quale buonsenso - chiede polemicamente Zaia, in conclusione - si può prevedere la soppressione di un presidio come quello bassanese, in una delle aree più produttive dell'intero Paese e dopo aver speso 15 milioni di euro per costruirne la nuova sede che nessuno userà mai? Questo non può essere il modo di governare la giustizia".
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